Conosci il Vo2Max e i suoi fattori limitanti?
La Vo2max esprime la massima potenza aerobica che è equivalente alla massima quantità di ossigeno che può essere utilizzata nell’unità di tempo da un individuo, nel corso di un’attività fisica di resistenza che coinvolge grandi gruppi muscolari, di intensità progressivamente crescente e protratta fino all’esaurimento
Quali sono i fattori limitanti per il massimo consumo di ossigeno VO2max determinanti nelle prestazioni di resistenza
Sistema Polmonare, fondamentalale per saturare il sangue arterioso con O2 ( Ossigeno) capacità del sistema cardiorespiratorio di fornire ossigeno ai muscoli.
Gittata Cardiaca Massima, influisce per il 70-80% sulla Vo2max, quando una piccola massa muscolare è iperperfusa durante l’esercizio, ha una capacità estremamente elevata di consumare ossigeno.
Capacità di trasportare Ossigeno, data dalla disponibilità di Emoglobina nel sangue.
Muscolo Scheletrico:
– capacità di diffusione periferica di O2
– Attività mitocondriale, sia dal punto di vista numerico che di funzionalità enzimatica
– Densità capillare periferica
L’allenamento di resistenza provoca un aumento delle attività degli enzimi mitocondriali, che migliora le prestazioni aumentando l’ossidazione dei grassi e diminuendo l’accumulo di acido lattico a un dato VO2.
Il Test del recupero come si esegue, a cosa serve e come si valutano e interpretano i dati rilevati?
Un test semplicissimo e validato a livello scientifico è il test HRR60. Va eseguito sempre su attività il più similari possibile a quella precedentemente analizzata e ci da una indicazione sulla risposta del carico interno. Come si esegue: Si rileva la Fcmax raggiunta a fine test, esempio dopo un test incrementale massimale, si richiede poi all’atleta di restare immobile senza parlare e pedalare e si registra la discesa del battito cardiaco fino a 120” su atleti evoluti e anche 180” su amatori che avranno una discesa molto più lenta. Si prelevano dati durante il passare del tempo della Fc ad esempio a 10”,30”,60”,90” e 120” e si confrontano con quelli del test precedentemente fatto. Nei primi secondi si capisce come stà recuperando la componente Alattacida veloce Pcr, subito dopo quella Lattacida lenta e a seguire quella Aerobica.
INDICE DI RECUPERO L’indice di recupero è la capacità del cuore di ridurre la frequenza cardiaca al termine di un esercizio. La velocità con cui il cuore torna ad una bassa frequenza indica l’efficienza del sistema cardiocircolatorio. Si ritiene che l’indice di recupero rifletta l’equilibrio di riattivazione del sistema nervoso parasimpatico e l’inibizione del sistema nervoso simpatico. Le cellule consumano ATP (Adenosintrifosfato) che deve essere ricostruito. Questo processo avviene durante il recupero. Nei primi 10 secondi è a carico del sistema anerobico a-lattacido (la ri-sintesi dell’ATP attraverso il creatin fosfato kinasi). Successivamente si attiva il sistema anaerobico lattacido fino ai 30 secondi circa (scissione del glucosio con produzione di ATP e acido lattico). Dai 30 secondi in poi per il ripristino viene coinvolto maggiormente il sistema aerobico. I tre indici di recupero (IDR) indicano l’efficienza dei sistemi energetici al termine di uno sforzo massimale come un test di potenza incrementale. Inoltre, indicano la capacità di recupero dell’atleta nelle tre aree e in generale. Questo permette al coach di poter somministrare gli allenamenti, con i relativi recuperi. Gli indici di recupero sono: IRD AA: Indice Di Recupero Anaerobico Alattacido, la capacità della risintesi dell’ATP attraverso l’utilizzo della cratin fosfo chinasi (CPK) IDR AL: Indice Di Recupero Anaerobico Lattacido, la capacità della risintesi dell’ATP attraverso l’utilizzo della glicolisi anaerobica IDR AE: Indice Di Recupero Aerobico, la capacità della risintesi dell’ATP attraverso l’utilizzo del ciclo di Krebs IDR GENERALE: Indice Di Recupero GENERALE la capacità della risintesi dell’ATP attraverso l’utilizzo di tutti i sistemi Il numero corrisponde alla pendenza della retta di regressione lineare intercettata attraverso i punti in esame. Un numero basso corrisponde ad una scarsa capacità di recupero, viceversa, con un numero alto otteniamo una buona capacità di recupero. I numeri presi singolarmente sono avulsi dall’interpretazione. Per comprendere se l’allenamento ha ottenuto i suoi effetti è necessario confrontarli con i parametri di un test successivo
Il primo fattore da considerare nel recupero di una sessione allenante o gara di ENDURANCE è…
Il ripristino del glicogeno muscolare‼️
E’ incredibilmente implicato nella velocità del recupero.
Ovviamente si parla di sport di endurance che ne usino a tal punto che a fine sessione questo, rischi di essere depleto quasi totalmente o totalmente.
Al contrario se fate un lavoro in palestra all’85% del vostro 1RM non dovete neanche far la doccia…
Un atleta di endurance dopo una sessione allenamento o ancor peggio dopo una gara, solitamente eseguita a ritmi difficilmente ripetibili in allenamento , di 5-6-7 ore a 200/250watt medi, se il giorno dopo ha ancora, o vuole ancora pedalare qualitativamente, non deve preoccuparsi degli Aminoacidi Ramificati, del ruscello di acqua fredda di montagna per mettere al fresco le gambe o degli antiossidanti, metaforicamente parlando, si intende nell’immediato post Work Out.
Deve preoccuparsi piuttosto di trovare un bel badile, di quelli grandi capienti e metterci dentro della buona pasta fumante, carboidrati e ancora carboidrati.
Invece di solito è l’ultima cosa di cui vi preoccupate….e infatti dopo una buona prestazione solitamente ne seguono 2-3 di m…… indecenti.
Bene… ma non benissimo